Chiudete gli occhi, adagiatevi sulla sabbia in una giornata non propriamente estiva, riaprite gli occhi e cominciate a seguire le nuvole. Il grigio chiaro del cielo che vi scorre davanti, il rumore delle onde, e questo primo EP dei bolognesi Big Sea nelle orecchie.
Scosse veloci ed immediate in salsa garage, lineari e, a tratti, ripetitive. Una voce buttata lì, uno strumentale che segue lento ma che di lì a poco andrà a squarciare il tutto con distorsioni improvvise. Un mare calmo che in pochissimo tempo si agita e travolge tutto. È così che suona Parking Side ed è così che continuerà anche la successiva Home. Un brano che nasconde al suo interno un animo (post?)punk, ma senza forzature, senza alzare la voce alla ricerca di stupide pose. Un episodio che martella ed esplode e che fa camminare in equilibrio su un basso, lineare certo, ma che sa sfiorare le corde giuste.
Almost è la forma migliore del trio: messo da parte il garage, si strizza l’occhio al post-punk più immediato. Accelerate distorte sulle quali la voce, finalmente, dà il suo meglio e si sente dannatamente a proprio agio. Il mare calmo dei primi secondi rimane solo un lontano ricordo. Un graffio di pochi minuti, vicino ai Mojomatics meno blueseggianti e – soprattutto – ai primi Hot Gossip, grazie al quale sarà un vero piacere dimenarsi e sbattersi, pogando col mondo. Influenze punk che andranno a tingersi di rock’n’roll nella finale Worm, continuando a convincere con rumorismi e linearità mischiati in maniera sapiente.
Tanta immediatezza è di sicuro da brividi in veste live ma, anche su disco, questo EP riesce ad essere un buon esordio, da consumare ripetutamente: undici minuti alla volta, potreste finire per innamorarvene.