Violenze strumentali, sollevamenti distorti e martellate alle tempie: non vi sembra perfetto come riassunto per il sound del duo bergamasco VULBO? I due personaggi che vedete qua sopra e che vedrete di seguito nel video di “Sissy Baobab“, in anteprima, rispondono ad istinti animaleschi, buttano fuori sudore e rabbia per uno stoner/math breve ma intenso, distorto e graffiante (ne è un ottimo esempio il loro self-titled del 2018).
Per capire (o cercare di capire) cosa aspettarsi dalla visione del video, chiedo un po’ di cose ad Antonio ed Alessandro, rispettivamente batteria e chitarra del duo.
Brucio subito le tre domande di rito (leggi: le meno originali della storia) così poi possiamo passare alle cose serie: Come è nato il progetto VULBO?
Antonio: Più o meno per caso! Io ero fermo, non stavo suonando con nessuno e avevo voglia di far casino. Ho conosciuto Ale e abbiamo fatto un po’ di jam insieme.
Alessandro: Io pure ero fermo dopo vari tentativi con gruppi non andati a segno. Il nostro buon amico Rubens degli Hungry Like Rakovitz ci ha fatto conoscere e niente, adesso facciamo il rock’n’roll.
Quali sono gli ascolti che più hanno alimentato la vostra sete di distorsioni e pesantezze?
Antonio: In quel periodo ascoltavo un sacco di roba dissonante e storta. Non che adesso mi sia calmato ma, soprattutto nel primo periodo di attività dei Vulbo, quando abbiamo iniziato a scrivere i brani che poi sono finiti sul disco, avevo in rotazione continua gente come i The Locust, Zeus!, Lightning Bolt, Botch, Zu e gli amicissimi Zolle.
Alessandro: volevo qualcosa con meno membri possibile e direi che due è buono no? Ahahah. Confermo gli ascolti, soprattutto Lightning Bolt, Zolle e aggiungerei pure gli Hella!
Come avete scelto la location per il vostro video, e perché?
Antonio: Quella che si può ammirare nel video è la gloriosa location in cui aveva sede CrossFit Orobica fino a poco tempo fa (ora han cambiato stabile, ma i ragazzi sono ancora potenti e attivi). Io faccio powerlifting e mi allenavo lì insieme alla mia squadra, dai cui ranghi provengono gli altri attori che compaiono nella clip e che ringrazio di cuore. Mi era venuta l’idea per il soggetto considerando l’innegabile prestanza fisica di Ale: sapevo che non avrebbe sfigurato dinnanzi all’obiettivo e così è stato! Completamente nel suo elemento!
Alessandro: Questo è tutto merito di Antonio e dei ragazzi di Bergamo Powerlifting che, oltre ad averci la possibilità di girare lì, si sono resi partecipi come attori. Sono state due giornate divertentissime! Antonio oltre che gran batterista è un gran regista!
P.S: ovviamente io non faccio questo tipo di allenamento… Non mi alleno proprio.
Ora passiamo alle domande serie: la citazione nella scena dell’inseguimento è piuttosto chiara e quindi, quanto vi piace Scooby Doo?
Antonio: Io avevo più in mente Benny Hill, ma va bene anche una versione per piccini.
Alessandro: Quindi io sarei Scooby? Beh, mega fantastico! Però non ho visto nessun Scooby Snack lì, diamine!
Non pensate che il chitarrista meriti un premio solo per il coraggio dimostrato nell’indossare quella tutina?
Antonio: No, assolutamente, anzi, è un privilegio: è il mio singlet da gara!
Alessandro: Quella tuta oltre che brutta è scomodissima. Non so come facciano ad indossare quella roba! In compenso ti fa risaltare i gioielli di famiglia.
Ascoltando il vostro disco saltano immediatamente all’occhio i titoli dei brani: cosa si nasconde dietro “Medicine Scadute” e “Steven Sigàle”? Parliamone.
Antonio: Si nasconde tanto disagio. Quindi, è meglio che ne parli Ale.
Alessandro: In “Medicine Scadute” il disagio sta più nei suoni Noise post-Simpson (avevo un paio di progetti Harsh Noise prima)! Adoriamo i Simpson e, senza se né ma, il titolo prende semplicemente nome dalla parte iniziale del campione. “Steven Sigàle” così come “My Friend Joe Camel” vengono, ahimè, dalla mia passione per il tabacco. Steven Sigàle e Joe Camel sono praticamente due amici di Vulbo (abbiamo una storiella sulle avventure di Vulbo mentale tutta nostra, che potete seguire nei nostri deliri sui social).
Visto l’argomento e l’ambientazione del vostro video, vi chiedo di fare una piccola playlist di 5 brani che secondo voi possono essere la colonna sonora perfetta per una serie di esercizi in palestra. (serietà non richiesta: sbizzarritevi)
Antonio: Considerando un programma di lavoro basato sulla pesistica e quindi sull’intensità dell’esercizio, serve qualcosa che motivi profondamente l’atleta, che possa conferirgli l’adrenalina necessaria a mantenersi lucido, concentrato e disposto a far fatica fino all’ultima ripetizione. Vado quindi sul sicuro, cercando di ricalcare la corretta scansione delle fasi di un allenamento anaerobico:
– Bolt Thrower – No Guts, No Glory
– Sunn O)) – It Took The Night To Believe
– Adriano Pappalardo – Ricominciamo
– Ilona Staller – Muscolo Rosso
– Renato Zero – L’Ambulanza
Alessandro: Con la premessa che se volete fare sport non dovete ascoltare me, procedo. Considerando che chissene della lucidità, che non so nulla delle scansioni delle fasi di un allenamento e che farei esercizi giusto per sfogarmi e riprendere un po’ di fiato dalle troppe sigarette (che poi, “troppe”, è indicativo) solo per poi fumarne una appena finito tutto, direi:
– Iron Monkey – Big Loader
– The Village People – YMCA
– Entombed – Demon
– Static X – Hypure
– Gianna Nannini – Bomboloni
C’avete capito qualcosa, voi? Bene, nemmeno io. Ma forse è giusto così. Lasciamo parlare le immagini: quindi, dividetevi tra pesi e sigarette e godetevi il video di “Sissy Baobab”, andando poi a recuperarvi il loro disco, in attesa di nuove uscite.