Se vi piace il post-rock nudo e crudo, quel post-rock che va dritto al punto; quel post-rock che – come le migliori band del genere – è capace di evocare immagini nitidissime solo usando gli strumenti tipici di un gruppo rock, allora i zugabe fanno proprio al caso vostro.
Portatori sani di melodie minime, di calme solo apparenti ma che in realtà nascondono dietro di loro altissimi muri distorti e sviluppi nervosi.
L’ultimo lavoro “Sow The Wind” (dopo “Fragments” del 2016 e “Melodies Beside The Railway” del 2013) è uscito a fine Ottobre di quest’anno e vi accompagnerà per mano tra arpeggi puliti e (poche) voci dreamy, mentre nuvole elettroniche vi sfioreranno i capelli alternandosi a folate di vento ambient.
Ma di questo parleremo più avanti, adesso è una sola la cosa che ci interessa: zugabe, come è nato il progetto e – soprattutto – come mai vi chiamate così?
zugabe: zugabe nasce a Verona nella primavera 2012 da componenti di alcune band del sottosuolo veronese.
Il progetto viene alla luce in un garage, davanti ad un pubblico di ragazzi erasmus. Una di quelle sere, al termine di un pezzo strumentale improvvisato gli amici tedeschi intonarono: “zugabe, zugabe, zugabe…!”, parola usata/urlata sempre nei paesi di lingua tedesca al termine di un live per richiedere il bis.
Ci è piaciuta subito, era originale (almeno nel panorama italiano), il senso, il suono e la lunghezza erano perfetti per il nome che stavamo cercando.