Una lunga suite, della durata di 25 minuti. Tanto post-hardcore, quanto post-rock/metal. Tanti anni 90, tanti padri del genere (non farò nomi, dall’ascolto sarà fin troppo facile riconoscere le influenze). Ecco cosa intendiamo quando parliamo di Hiveminds – De Brevitate Vitae, nuovo lavoro dei Calendula, secondo dopo “Aftermaths” del 2012 e dopo una serie di disavventure che li ha visti fermi per parecchio tempo.
Come dicevo, il disco è una traccia lunga 25 minuti e io – ormai si è capito – non sono un grande fan delle tracce troppo lunghe, quindi ho affrontato l’ascolto con un po’ di diffidenza. Anche se questo poi è risultato uno scoglio facilmente superabile: questo perché ci ritroveremo prontamente coinvolti nel miscuglio distorto di influenze post, catturati dal cantato “pulito” mentre tutto intorno s’incazza, dai campionamenti, dalle accelerate prontamente stoppate e lacerate da urla lancinanti.
Venticinque minuti in perpetua esplorazione di diversi territori e generi, come un continuo viaggio, una continua evoluzione. C’è tanto post, dicevo, ma anche polveri stoner, pesantezze metal, movimenti dal vago retrogusto math, hardcore dritto dritto dagli anni ’90.
Il nuovo lavoro dei Calendula sembra essere proprio come la vita di tutti i giorni: un percorso fatto di attimi di pace e squarci che stravolgono, momenti di rabbia e respiri rilassanti che arrivano di lì a poco.
Dicevo in precedenza di quanto la lunghezza del brano mi avesse messo sull’attenti ma, procedendo con l’ascolto, ho realizzato che è da comprendere la scelta del gruppo e piano piano mi sono lasciato convincere. In un disco con le varie parti separate, per esempio, l’eccezionale episodio distorto (con tanto di campionamenti che, lo ammetto, mi ha regalato attimi di puro piacere) che prende piede poco prima degli 11 minuti non avrebbe avuto lo stesso effetto.
Quindi, arrivati alla fine del percorso, di sicuro vi consiglio di concedergli un ascolto, e forse anche più di uno. “Hiveminds – De Brevitate Vitae”, infatti, è un disco che ad ogni ascolto nasconde un nuovo dettaglio affascinante, un particolare degno di nota a cui prima – molto probabilmente – non avevi dedicato la giusta attenzione.