DOS CABRONES – ACCANIMENTO TERAPEUTICO (2019, DeAmbula Records)

Lo stoner ricorda il deserto, ci si può fare poco. E questo Accanimento Terapeuticodei Dos Cabrones non è da meno: immaginiamoli, quindi, nel deserto, che tra una tempesta di sabbia e l’ennesima replica di Pulp Fiction imbracciano chitarra e batteria, distorsioni e zero parole e combattono così la violenza della sabbia: rispondendo con violenza contro violenza, faccia a faccia. Lo mette subito in chiaro Burning Hymens, il primo episodio, dove – se non fai attenzione – quando ingoierai un po’ di saliva, ti ritroverai a buttare giù pezzi di deserto.
Salt on the Wounds ti fa una bella doccia calda a base di sabbia e sale, cosparso direttamente sulle ferite che il combattimento ti ha lasciato finora. Qui, dal doom iniziale si scivola, lentamente, in una sorta di stoner punk: veste in cui li preferisco, decisamente. Così come anche nella successiva Cabron! ci si divincola tra grunge e rock’n’roll aggiungendo a tutto un po’ di sana cazzoneria (finalmente, aggiungo). Dimostrano di aver appreso a pieno la lezione dei loro modelli musicali, allontanandosene – purtroppo – troppo raramente. Ma quando lo fanno, dimostrano di avere un bel po’ di buone idee. E allora perché nascondersi? Invito il duo bolognese ad uscire allo scoperto, affidatevi alle pesantezze e agli stop’n’go, che sono gli aspetti migliori del vostro sound.
Con Hell of a Trip prendiamo una pausa dalla battaglia contro le tempeste di sabbia, mettendo su un buon, vecchio vinile di musica swing. Ci rilassiamo sulle sedie a dondolo. Ci lasciamo accarezzare dalla puntina che ronza e dalla birra che scende gelata. Ma non facciamolo durare troppo, altrimenti l’ascoltatore di annoia e l’assalitore ne approfitta, come sembra nella successiva Vulcano, dove le influenze doom fanno sembrare che – almeno in questa ripresa – la tempesta sia in vantaggio. I due ne escono appesantiti dai colpi, ma comunque senza perdere la voglia di lottare e districarsi, a suon di pugni distorti. Comunque, in caso di necessità, ci si può sempre affidare all’aiuto di una manica di buzzurri del deserto, in camicie a quadri a bordo di pickup arrugginiti. L’ultima traccia è la colonna sonora per una scena del genere (March of the Redneck, appunto).

Se avete bisogno di una buona mezz’ora di distorsioni, Accanimento Terapeutico potrebbe essere una buona risposta alle vostre voglie. Consiglio spassionato per il duo: accorciare la durata dei brani non sarebbe una cattiva idea.

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http://www.deambularecords.com

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